La Mineo di Lottin Delaval

(1834)



Pierre-Victorien nacque in una famiglia modesta, perduta la madre nel 1817, attorno al 1820 si trasferì da uno zio a Parigi al fine di aiutare le finanze familiari. Nel poco tempo libero si dedica alla lettura formandosi da autodidatta.
Più tardi preso sotto la protezione del ministro Guizot, diviene il segretario del conte d'Avesnes e inizia a scrivere poesia e teatro, in seguito entra a servizio nell'amministrazione comunale della Capitale, fa così la conoscenza di numerose personalità dell'epoca: Victor Hugo, Eugène Delacroix, Alexandre Dumas, Rossini, Hector Berlioz, Frédéric Chopin, George Sand, Franz Liszt et Louis Daguerre.

Dal 1833 adotta lo pseudonimo di Lottin Delaval (Delaval era il cognome di sua madre). Nel 1834 intraprese un viaggio in Italia, Sicilia, Dalmazia e Illiria. Passando per mineo così scrisse

«un Deux heures avant le lever du soleil, je partis pour Minéo avec un nouveau muletier, un brave homme, ayant laissé prudemment mon Agrigentin former d'autres projets sur moi avec ses trois grands frères de Calata-Girone dont il m'avait légèrement menacé. Le soleil apparut immense et couleur de sang au-dessus des larges flancs de l'Etna , que, pour la première fois, je voyais à une distance moins considérable. Quel imposant spectacle ! Je marchais au milieu d'une vallée longue de quinze à vingt milles, extrêmement belle et riante, enserrée dans des montagnes que dominait au levant le volcan terrible; vers le sud, la jolie ville de Minéo apparaissait bâtie sur deux crêtes de la chaîne qui surplombe la vallée; au couchant, Calata-Girone se voyait encore toute blanche aux premiers feux du jour; et au milieu de la plaine, à peine à un mille, j'aperçus deux monticules isolés, factices, de forme longue, et qui ont dû servir de sépulture aux Grecs dans la retraite de Nicias, ou aux Carthaginois lors des sanglantes guerres puniques. De Minéo, qui n'a plus aucun vestige des anciennes constructions crétoises, je redescendis vers la gauche dans la plaine , et je me rendis au lac de Naphte, célèbre dans l'antiquité par sa consécration à la nymphe Thalie, et nommé Palica. Ce lac est excessivement curieux en ce qu'il offre sans cesse aux yeux le phénomène de plusieurs jets d'eau grands et petits qui produisent un léger brouillard. Ces jets d'eau étaient appelés Deli par les Grecs. On ne peut guère les attribuer qu'au gaz acide carbonique qui occasionne une forte fermentation. La surface du lac est couverte de pétrole, et l'air, à l'entour, est infecté d'une odeur bitumineuse. Je m'éloignai de ce petit lac, en souriant beaucoup aux histoires de sorcières que me racontait mon bon guide, et , donnant un souvenir à cette splendide cité de Palica dont je n'aperçus que quelques restes d'escaliers taillés dans le roc, nous nous dirigeâmes sur Palagonia.»

«Due ore prima dell'alba, partii per Mineo con un nuovo mulattiere, un uomo buono, avendo prudentemente lasciato la mia guida agrigentina fare altri progetti su di me con i suoi tre fratelli a Caltagirone, progetti di cui mi aveva leggermente minacciato. Il sole era apparso immenso, rosso sangue, sulle grandi pendici dell'Etna, che per la prima volta, vedevo ad una distanza minore. Che spettacolo imponente! Stavo camminando nel bel mezzo di una vallata lunga quindici venti miglia, estremamente bella e ridente, chiusa da montagne che dominavano a levante il terribile vulcano; verso sud apparve costruita su due creste della catena montuosa che si affacciava sulla valle, la graziosa cittadina di Mineo; a ponente, si vedeva ancora Caltagirone tutta bianca alle prime luci del giorno; e nel mezzo della pianura ad appena un miglio, scorsi due cumuli isolati, artificiali, di forma allungata, dovevano esser serviti da sepoltura ai greci nella ritirata di Nicia o ai Cartaginesi durante le sanguinose guerre puniche. Da Mineo, che non ha più vestigia delle antiche costruzioni cretesi, discesi a sinistra nella piana e mi recai al Lago di Naftia, famoso nell'antichità perché consacrato alla ninfa Thalia e chiamato Palica. Questo lago è estremamente bizzarro in quanto offre costantemente alla vista il fenomeno di getti d'acqua grandi e piccoli che producono una bruma leggera. Questi getti d'acqua furono chiamati dai Greci “Deli”. Non è difficile attribuirli al gas di acido carbonico che provoca una forte fermentazione. La superficie del lago è ricoperta di petrolio e l'aria circostante è infetta da un odore bituminoso. Mi allontanai da questo piccolo lago sorridendo alle numerose storie di streghe che mi raccontava la mia buona guida, e, lasciando un ricordo a questa splendida città di Palica, della quale non ho scorto che qualche resto di scalinata intagliata nella roccia, ci dirigemmo verso a Palagonia.»

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Lottin De Laval, « Un an sur les chemins - Recits d'excursions dans la Sicile l’Italie, l’Autriche, l’Illyrie, la Grèce, Constantinople et l’Asie mineure », Bruxelles, Meline, Cans et Compagnie, 1837, Tome II, pp. 62-63.