Un meteorite a Mineo

(Mineo, 3 maggio 1826)


Doveva essere una bella giornata primaverile, quasi estate. Il calore diventava sempre più opprimente. La tranquillità del pomeriggio, quasi crepuscolo, fu rotta da una luce intensissima che attraversava il cielo, da un sibilo e, poi, da un frastuono assordante. Tutta la città di Mineo fu scossa da un brivido: no, no, non era un temporale e nemmeno un terremoto, a sibilare era stata proprio l'aria, quasi si fosse incendiata. Ecco, quel cupo suono viene da laggiù, da qualche parte tra Donnarausa e Poju Pizzutu, sì vicino le terre del Barone.
Furono i suoi villani a giungere sul posto, un cratere con al centro un miscuglio di roba bruciata, di sassi e di terra arsa. Chissà che diavolo era successo, chissà che diavolo era. A Naftia da sotto terra, qui dal cielo, in mezzo questi senzaddio dei Carbonari: non c'è proprio pace per questa terra martoriata.
Il baronetto giunse non tanto tempo dopo, sorrise della dabbenaggine dei contadini, si guardo attorno prese un ramo a forcella e si avvicinò alla piccola voragine. Rovistò e ne tirò fuori un sasso dai riflessi meravigliosi, alla luce sbieca del tramonto brillava di toni rosati, la luce in diversi punti attraversava proprio quella pietra.
"Il 3 maggio 1826 fu osservata in Sicilia una luminosa meteora e nei pressi di una fattoria vicino Mineo (CT) fu visto cadere un oggetto seguito da un forte rumore." Dal cratere fu recuperata una massa ferrosa di 42 grammi. Si trattava di una delle pochissime pallasiti, un tipo di meteorite, di cui fosse stata osservata la caduta nel mondo (solo quattro), e una delle due sole pallasiti recuperate nel nostro paese. Si ignora dove sono conservati i resti, probabilmente in collezioni private.
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La ricostruzione è in parte di fantasia, i fatti, i dati e le date no.