Tommaso Blandino

(Mineo, 1583 – Palermo, 1629)

Il progetto per il collegio di Mineo (1621) conservato presso la BNF di Parigi.

L'architetto gesuita

Quando parliamo di minioli illustri spesso pensiamo a letterati, scrittori, poeti o critici, ma Mineo è stata anche la patria di altri personaggi che (chi più, chi meno) hanno contribuito alla costruzione di uno spazio comune culturale, non solo in Sicilia, ma anche nella penisola italiana.
In generale non pochi furono quelli che, nel corso dei secoli, si recarono fuori dall’isola per studiare o acquisire esperienze lavorative in vari campi, per poi mettere a frutto in Sicilia quanto appreso. Tra questi padre Tommaso Blandino da Mineo, una figura semisconosciuta a Mineo ma discretamente studiata al di fuori della nostra città.
Il Blandino, nato a Mineo nel 1583 (o 1585), studiò in quella straordinaria fucina d’ingegni che fu il Collegio gesuitico fondato nella città da Tommaso Guerriero (Gurrerio, Guerriero ecc.). Da Mineo si trasferì prima a Palermo dove entrò nel noviziato gesuitico (1602). In seguito insegnò lettere a Messina per due anni. A Palermo studiò matematica con l’insigne astronomo austriaco Christoph Grienberger, matematico del collegio Romano, che si trovava in Sicilia in quegli anni (1607-1610). Successivamente si perfezionò negli studi di teologia che completò a Roma (a partire dal 1612) e dove concluse i suoi studi e il suo apprendistato in architettura (Cantieri gesuitici, chiesa del Gesù e Collegio Romano).
Nel 1614 fu ordinato sacerdote. In un primo momento destinato, come il suo illustre concittadino don Ludovico Buglio, alla missione in Cina, fu invece, su richiesta del provinciale di Sicilia Carlo Mastrilli, inviato nell’isola: dal 1615 al 1627 insegnò matematica presso il Collegio gesuitico di Palermo.
“Intanto, espulso Natale Masuccio [l’autore del progetto del Collegio di Mineo, NdC] dalla compagnia nel 1616, […] il Blandino [assunse] la carica di architetto della Provincia Sicula, trovandosi a dirigere i cantieri di numerosi collegi. Per Palermo elaborò un progetto per il noviziato (1620) e la «grande aggiunzione» al collegio Massimo, approvata nel 1625 (M. A. RICCOBONO, Il refettorio del Collegio Massimo dei gesuiti a Palermo, in Le arti in Sicilia nel Settecento. Studi in memoria di Maria Accascina, Palermo 1985, pp. 251-273). Nel 1620 redige un disegno per il collegio di Termini Imerese, completato poi nel 1634 sulla base di un diverso progetto, successivo a quello di Blandino. Gli vengono inoltre attribuiti il progetto per il collegio di Mineo (1621 - vedi immagine) e la chiesa del collegio di Catania (1624). Interviene anche nella Casa Professa di Messina. Alla costruzione del complesso di Sciacca contribuisce tra il 1622 e il 1626, anni in cui viene realizzata la chiesa e parte del collegio”.
Alla Bibliothèque Nationale de France di Parigi si conservano progetti di Tommaso Blandino dei collegi gesuitici di Mineo (1621), di Parma (1629), della Casa Professa di Palermo (1628) e di Catania (1623-1631). Blandino disegno anche quelli della Valletta e di Tropea.
Morì a soli 46 (1629 o 1628), a “causa delle fatiche di un viaggio compiuto a Genova per l’acquisto di marmi destinati alla chiesa del Gesù di Palermo”.